Critica di Roberto Joppolo

Roberto Joppolo

Luciano Marziano

 

Lasciata alle spalle Porta Romana che immette nella Viterbo dalle stregate prospettive punteggiate dalle tante fontane a fuso, dai profferli, attraversate sinuose strade suburbane che già odorano di agresti sentori, di morbidezze collinari, pervenuti in via della Palomba, su un breve pianoro, appare defilato il cancello in ferro che immette nel parco dove vive e lavora Roberto Joppolo. Come in un moderno bosco bomarziano, sulla distesa di un prato ondulato, curato, verdeggiante anche nella torrida estate scandito dalle presenza mediterranea dell’ulivo, si dispiegano discrete, rassicuranti le sculture che l’artista elabora con l’ amorevolezza che combina la progettazione artistica con la sapienza della manualità.Al centro, lo studio e l’ abitazione dalle ampie stanze articolate in più piani con aperture e raccordi a costituire un ambientale flusso continuo, accolgono il lavoro di un operatore segnato da una intima religiosità. Un artista che ha cercato di individuare ed esplicitare con una molteplicità di suggestioni e di mezzi le istanze della committenza verificate con le possibilità offerte dai moduli espressivi della contemporaneità. Joppolo, nel contesto di una versatilità di proposte, apparecchia un percorso arduo, intrigante che induce il fruitore ad accostarsi con una variabilità di sentimenti che comportano allarme, sorpresa ma anche un’affiorante gratificazione per la sensualità delle forme ad andamento tondeggiante. Tutti diaframmi che tendono alla messa in mora, alla attenuazione critica dinanzi al palese intento traspirante da tutte le opere sia quelle di figuratività celebratoria sia di astrattismo costruito e parcellizzato, di una ricerca e richiesta di aggancio con le istanze di una modernità comunicativa. Istanze di non velleitarie accoglienze di mode, ma quale mezzo utile adatto a penetrare nella propria visione interiore e riproporla in opere visivamente pregnanti e dotate di efficacia comunicativa. Il retroterra culturale dell’artista consente di evidenziare una sotterranea volontà basata su un’antica educazione al guardare, a penetrare le motivazioni del fare che impongono - anche nei dati figurativi in specie di motivazione religiosa, terreno nel quale l’esigenza comunicativa sottostà a principi e regole inderogabili – a recuperare la primigeneità del linguaggio adottato con la messa a nudo della struttura compositiva, della evidenziazione delle componenti plastiche. Una sorta di ieraticità di talune immagini consente di combinare la narrazione sacra del soggetto con una enigmaticità densa di misteri, di rimandi ad un ineffabile oltre il visibile. Il fa scino dell’oltre che, religiosamente, ha aspetti consolatori, pacificatori, laicamente comporta ricerca di senso, legittimazione di modi di elaborare forme e strutture compositive. L’artista, su questo versante, come acutamente ebbe sottolineare Claudio Strinati, incontra il surrealismo storico. La sua modulazione formale è caratterizzata dalla morbidezza delle forme e dal loro disporsi a costituire , con controllata inquietudine, figurazioni trascorrenti dall’emblema alla costituzione del manufatto come campo adatto a sperimentare la combinazione di materiali ed elementi diversi conseguendo, ben spesso, effetti pittorici, come risulta dalle recenti sculture nelle quali vengono immessi spezzoni di materiali di estrazione industriale come le griglie metalliche strategicamente collocati in modo da costituire episodi plastici nel piano generale della composizione. Per il conseguimento di questi fini utile si palesa la variabilità dell’impiego materico dal ferro al bronzo, dalla pietra alla terracotta. Nelle opere di Joppolo pare di individuare un archetipo strutturale dato dalla forma avvolgente, dall’ininterrotto flusso delle linee che si allungano, si distendono, si assottigliano in rotondità conclusive dando luogo a momenti di pausa da cui di nuovo ripartire. Il ductus è affidato ad un controllato automatismo dalle impreviste uscite, che, a volte, sfiorano il terreno della figuratività riconoscibile. Sono passaggi che rivelano il gioco compiaciuto dell’analogia che l’artista assume come transito verso quello che è il progetto di fondo cioè l’immissione delle forme nella concretezza dello spazio di accoglienza. Ne deriva una continua mutazione in conseguenza della quale le forme assumono valenze araldiche, di icone provenienti da mondi lontani che, poi, si rivelano essere le profondità dell’anima dove si sono sedimentati immagini, segni, ritmi plastici, i rapporti equilibrati tra le parti di un puzzle nel quale convergono la perennità della statuaria assunta, in ogni caso, nella dimensione strutturale. L’affiorare di citazioni anatomiche (l’occhio, il capo, l’accenno del braccio ecc) assumono connotati tra fascinosi ed ironici in modo da tenere desta l’attenzione sui valori strutturali dell’opera che, in definitiva, rivela la presenza sacralizzante. Dalle scultura di Joppolo emana come una perenne coazione all’apertura, alla dilatazione. Una ricerca di confronto con lo spazio, presenza ineludibile che, in alcune opere , dilaga sovrano attraverso le grandi aperture circoscritte da leggere sagomature, da carenature che si protendono ad esaltare la realtà fisica ed effettuale del vissuto. Il metodo per assemblaggio risulta evidente nelle opere pittoriche. Esse sono caratterizzate da serrate linee di contorno che racchiudono, all’interno, porzioni di colori assoluti con accenni di sfumato nelle quali si inseriscono ora immagini astratte con modulazioni decorative, ora figurazioni che rimandano ancora a iconografie religiose.La linea di demarcazione è predominante anche nelle decorazioni dei vasi e piatti in ceramica nei quali il decoro dai colori squillanti assume i lineamenti di una stilizzazione che palesa la conoscenza della lezione picassiana.. Ancora una volta questi rimandi indicano come Joppolo abbia avuto occhio fermo alle istanze che hanno caratteirizzato il grande patrimonio dell’arte del secolo ventesimo, che, vieppiù, si palesa ineludibile passaggio per coloro che all’operare artistico intendono dare senso e legittimazione espressiva.

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